Thomas Hardy

Thomas Hardy è un importante intellettuale britannico che visse nel Wessex – Dorset – dal 1840 al 1928. Cresciuto in una famiglia di umili origini, studiò architettura e per qualche anno lavorò come architetto. Ma questa non era la sua passione: Thomas Hardy voleva scrivere!

Nella prima fase della sua carriera di scrittore Hardy si dedica alla composizione di romanzi come “Via dalla Pazza Folla” e “Tess dei D'Urbervilles”, fino al suo ultimo romanzo “Guida l’Oscuro”. Quest’ultimo fu un fallimento a livello di pubblico e Hardy decise di tornare alla poesia, sua prima passione letteraria: pubblicò quindi “Wessex Poems” nel 1898 e dopo la morte dello scrittore fu pubblicato “Winter Words” nel 1928.

Le opere di Hardy prendono spunto dall’ambiente in cui egli è vissuto: i paesaggi agresti, i panorami bucolici, i protagonisti delle opere è gente semplice e povera che si abbandona al destino immanente – the Immanent Will – che governa la vita dell’uomo.

La natura è un elemento sempre presente nelle opere di Hardy: essa è indifferente allo scorrere quotidiano della vita umana, sembra assistere impassibile alla perenne ricerca della felicità da parte dell’uomo che, come nell’ottica schopenhaueriana, vaga tra le speranze e i desideri, la contentezza e l’infelicità.

Dalle opere di Hardy spesso emerge una visione pessimista dell’esistenza dell’uomo, un pessimismo stoico che vede l’uomo in continua lotta contro gli avvenimenti guidati dal destino e la natura impassibile che osserva tutto silenziosa.

Gli studi di architettura hanno acuito lo spirito critico di Hardy: tutte le descrizioni delle sue opere sono molto dettagliate e meticolose. Personaggi, luoghi, movimenti e paesaggi sono vivificati attraverso le sue parole sempre appropriate e a tono. Hardy solitamente predilige le parole semplici, espressioni del linguaggio popolare e colloquiale che appartengono alla quotidianità dei personaggi descritti e del pubblico a cui si rivolgono le sue opere.

Anche la tecnica narrativa di Hardy è innovativa, quasi cinematografica poiché il narratore è onnisciente e le sue descrizioni dense di particolari sono fotografie che descrivono in modo oggettivo la realtà.